CRISTIANESIMO E POLITICA NELL’ ETÀ CONTEMPORANEA
Presentazione
Sulla scorta della meditazione spirituale, dello studio teologico e delle esperienze lavorative e solidaristiche in cui sono da tempo impegnato, ho deciso di cimentarmi nella elaborazione di una «teologia della libertà», al fine di contribuire alla traduzione, nella concreta esperienza storica contemporanea, della valenza liberante del lieto annunzio di Cristo e dei profeti di ogni epoca. Come ricorda il Vescovo Antonio Bello, nelle sue omelie crismali pubblicate con il titolo di «Convivialità delle differenze», il lieto annuncio di Cristo consiste principalmente in un annuncio di liberazione, rivolto in favore dei poveri, dei prigionieri e dei «ciechi».
Sulla scorta di questo insegnamento, mi è sembrato di individuare alcune priorità, a cui attenersi nella traduzione del programma di liberazione evangelica nella vita concreta del mondo contemporaneo. Una di queste priorità mi pare essere il riconoscimento della particolare dignità del lavoro umano, quale contributo alla principale attività creativa di Dio. Da tale riconoscimento deriva la sacralità di ogni e di qualsiasi contributo lavorativo.
Mentre attendo quindi a queste ricerche teologiche e storiografiche, mi è gradito offrire alla consultazione delle Lettrici e dei Lettori due documenti che ho avuto occasione di comporre in occasione della mia tesi di laurea in Giurisprudenza ed in occasione della partecipazione all’esame di ammissione al Dottorato di ricerca.
Mediante questa piccola pubblicazione, mi permetto quindi di proporre all’attenzione delle Lettrici e dei Lettori un mio recente studio storiografico in ordine al rapporto tra fede religiosa e politica nell’età contemporanea. Inoltre, nella seconda parte di quest’opera, ho ritenuto utile esporre un’analisi sociologica sul fenomeno del volontariato, mediante la quale ho avuto l’opportunità di sviluppare alcune intuizioni sociologiche e pastorali formulate nel 1991 dal Vescovo Antonio Bello, in ordine alla relazione sociologica che intercorre tra il problema della povertà e la risorsa del volontariato.
Inoltre, il suo insegnamento intorno alla “Chiesa del grembiule” mi coinvolge nella contemplazione delle più antiche testimonianze della cultura cristiana salentina. Mi ritrovo infatti insieme con lui, ad Otranto, in contemplazione degli affreschi che adornano l’antica Basilica bizantina di San Pietro (che risale al sec. VII-VIII), in meditazione dell’insegnamento evangelico di san Giovanni apostolo, che da tali affreschi traspare in tutta la sua vividezza. Risulta tanto più evidente quindi che proprio all’insegnamento del Teologo veggente di Efeso dovevano fare riferimento le Scuole teologiche che fiorivano in Terra d’Otranto nell’epoca precedente ai genocidi ed alle distruzioni, subiti dalla popolazione salentina tra il 1480 ed il 1573. La pronta ricostruzione delle Comunità cristiane in Terra d’Otranto, risulta attestata, nel XVII secolo, anche dalla edificazione di nuove chiese e nuovi conventi, come quelli dedicati a San Francesco d’Assisi ed a Santa Maria di Costantinopoli nelle località di Marittima e di Diso.
Questa pronta ripresa della vita religiosa in Terra d’Otranto, nei decenni successivi alle devastazioni perpetrate dagli invasori, oltre ad attestare una prodigiosa vitalità delle popolazioni salentine, dimostra anche la volontà storicamente espressa dalle medesime popolazioni di proseguire e continuare quella luminosa ricerca religiosa e spirituale, di cui le Scuole teologiche precedenti avevano espresso i risultati più avanzati. In tale resistenza religiosa ed in tale vitalità spirituale sembra di ascoltare l’eco di una originaria profusione dello Spirito Santo, risalente alle prime comunità cristiane evangelizzatrici, giunte in Salento in epoca apostolica, probabilmente costituite da schiavi ebrei deportati dai romani in Terra d’Otranto intorno al 50 d.C.
Sulla scorta di queste osservazioni, mi sarà gradito contribuire allo sviluppo teologico ed alla prosecuzione della tradizione religiosa di Terra d’Otranto. Intendo contribuire a tale impresa culturale, impegnandomi negli studi teologici di cui la presente pubblicazione costituisce un primo risultato. Un altro contributo importante al lavoro teologico potrà scaturire dalla pubblicazione delle omelie e degli studi elaborati da mio zio Mons. Francesco Coluccia, il quale ha atteso alla composizione di importanti riflessioni spirituali, durante tutto il cinquantennio del suo servizio pastorale, espletato tra il 1947 ed il 2005 presso le Comunità cristiane di Terra d’Otranto.
Desidero dedicare questo lavoro storiografico, teologico e sociologico alle Sante ed ai Santi Martiri per la fede cristiana di tutti i tempi e di tutte le latitudini ed in particolare ai Martiri di Terra D’Otranto, ad Aldo Moro, a Francesco Coluccia, ad Elisa Springer, ai caduti del 1480, del 1537, del 1573, del 1978 e del 2005.
Insieme, quindi, con mio zio, Mons. Francesco Coluccia, auspicio che lo studio delle ragioni che hanno ispirato la vita di questi Martiri, di queste Sante, di questi Santi, possa offrire un valido ausilio alla ricerca della Verità, in cui si impegnano gli Spiriti liberi di tutti i tempi. Possano queste ricercatrici e questi ricercatori della Verità e della Libertà giungere a conquistare, qualunque sia la loro condizione terrena, grazie ai valori dello Spirito [Dio, il regno di Dio], «una felicità al riparo dalle insidie degli uomini e del tempo».
Raffaele Paolo Coluccia di Terra d’Otranto
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CRISTIANESIMO E POLITICA NELL’ ETÀ CONTEMPORANEA
Columbia. Camilo Torres |
SOMMARIOPresentazioneParte IIl lungo cammino verso la teologia della libertà.
Capitolo ILa fede religiosa e la politica.
Capitolo II |
Pagina 2
Pagina 5
Pagina 5
Pagina 15 |
Parte II Due progetti di ricerca storico-teologica e sociologica.
Capitolo I La teologia della liberazione nel dibattito teologico post-conciliare. Progetto di ricerca storico-teologica.
Capitolo II Evoluzione del volontariato in Italia. |
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El Salvador. Guerrigliera |
Pagina 27
Pagina 29
Pagina 33 |