Mons   Francesco   Coluccia

Novantesimo Anniversario della Nascita

21 gennaio 1924    ~    21 gennaio 2014

 

 

 

 

Celebrazione Eucaristica

Chiesa parrocchiale

Santi Apostoli Filippo e Giacomo

Diso    ~    Terra d’Otranto

Domenica 26 gennaio 2014   ore 10:30

Terza Domenica del Tempo Ordinario ~ Anno A

 

 

 

Nastro 2: Sentinelle del Mattino

 

 


 

 

 

 

1ª LETTURA

Nella Galilea delle genti, il popolo vide una grande luce. Questo celebre testo messianico desunto dal “libro dell’Emmanuele” di Isaia (cc. 7-12) è posto in relazione al passo evangelico. Luce e gioia occupano la prima strofa di questo brano. La luce cancella le tenebre, simbolo del nulla (Gn 1,2) e della morte, e inizia una nuova creazione tutta dominata dalla gioia. Essa è espressa attraverso due immagini antitetiche che vogliono abbracciare l’intera esistenza di una nazione nelle sue fasi pacifiche e belliche: la gioia primitiva della mietitura, simbolo di pace, e quella della vittoria in guerra. Libertà e pace sono, invece, i temi della seconda strofa dell’inno. I simboli della schiavitù, il giogo, la sbarra e il bastone del sorvegliante sono frantumati come nella notte trionfale in cui Gedeone aveva sconfitto i madianiti. Si apre così il mondo nuovo della pace messianica.

 

 

 

Dal libro del profeta Isaìa                                                          (8,23b – 9,3)

 

In passato il Signore umiliò la terra di Zabulon e la terra di Neftali, ma in futuro renderà gloriosa la via del mare, oltre il Giordano e il territorio dei Gentili.

Il popolo che camminava nelle tenebre vide una grande luce; su coloro che abitavano in terra tenebrosa una luce rifulse.

Hai moltiplicato la gioia, hai aumentato la letizia.

Gioiscono davanti a te come si gioisce quando si si miete e come si esulta quando si divide la preda.

Poiché tu, come al tempo di Madian, hai spezzato il giogo che l’opprimeva, la sbarra sulle sue spalle e il bastone dell’aguzzino.    ~    Parola di Dio.

 

 

 

 

 

SALMO    (26/27)

 

R.      Il Signore è mia luce e mia salvezza.

 

Il Signore è difesa della mia vita, di chi avrò timore?

Egli mi offre un luogo di rifugio

Nel giorno della sventura.

 

R.      Il Signore è mia luce e mia salvezza.

 

Una cosa ho chiesto al Signore, questa sola io cerco:

abitare nella casa del signore

tutti i giorni della mia vita,

per gustare la dolcezza del Signore

ed ammirare il suo santuario.

 

R.      Il Signore è mia luce e mia salvezza.

 

Sono certo di contemplare la bontà del Signore

nella terra dei viventi.

Spera nel Signore, sii forte,

si rinfranchi il tuo cuore e spera nel Signore.

 

R.      Il Signore è mia luce e mia salvezza.

 

 

 

 

2ª LETTURA

Siate tutti unanimi nel parlare, perché non vi siano divisioni tra voi. Paolo richiama la sua vocazione a predicare il vangelo ma non con discorso sapiente “perché non venga resa vana la croce di Cristo” (v. 17). Si introduce così l’aspetto negativo del tradimento del discepolo che resta invischiato nella palude dell’egoismo, dell’orgoglio e dei giochi di potere. La comunità cristiana di Corinto, infatti, si è frammentata in un ammasso di sette e di gruppuscoli dominati da vari capi. Il corpo di Cristo è ridotto a essere un corpo di ossa spezzate. Paolo reagisce con vigore reclamando il ritorno all’autenticità della vocazione cristiana. L’indivisibilità del Cristo personale, il valore salvifico unicamente posto nella croce di Cristo, il battesimo, unica sorgente di vita, devono riportare la comunità ecclesiale al suo splendore primitivo.

 

 

Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi           (1,10-13.17)

 

Vi esorto, fratelli, per il nome del Signore nostro Gesù Cristo, ad essere tutti unanimi nel parlare, perché non vi siano divisioni tra voi, ma siate in perfetta unione di pensiero e d’intenti.

Mi è stato segnalato infatti a vostro riguardo, fratelli, dalla gente di Cloe, che vi sono discordie tra voi. Mi riferisco al fatto che ciascuno di voi dice: “io sono di paolo”, “io invece sono di Apollo”, “E io di Cefa”, “E io di Cristo!”. Cristo è stato forse diviso? Forse Paolo è stato crocifisso per voi, o è nel nome di Paolo che siete stati battezzati?

Cristo non mi ha mandato a battezzare, ma a predicare il vangelo; non però con un discorso sapiente, perché non venga resa vana la croce di Cristo.

Parola di Dio.

 

 

 

 

AL VANGELO

 

Allelui, alleluia. Gesù predicava la buona novella del regno e guariva ogni sorta di infermità nel popolo. Alleluia.                                                      (Mt 4,23)

 

 

 

VANGELO

Venne a Cafàrnao perché si adempisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta Isaia. Cristo entra in scena per il suo ministero pubblico con un messaggio lineare ed essenziale indirizzato a tutti gli uomini di buona volontà: “Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino” (v. 17). Due sono i versanti della prima parola pubblica di Gesù. Innanzitutto quello teologico: il regno dei cieli, cioè il progetto che Dio vuole attuare col Cristo nel mondo e nella storia, sta ormai delineandosi e l’uomo riceve un appello pressante alla collaborazione. Ma l’uomo deve prima convertirsi: è il versante umano della proposta di Gesù. Prima di pronunciarsi apertamente per essa l’uomo deve invertire la rotta, “ritornare” a Dio, o meglio ancora cambiare mentalità, secondo il significato del verbo greco usato dal vangelo. A questo appello rispondono i semplici e i poveri. Ai pescatori che “gettano le reti in mare” un mattino è rivolta una voce inattesa: “Seguitemi, vi farò pescatori di uomini” (v. 19). È Gesù che prende l’iniziativa e non il discepolo: “Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi” (Gv 15,16). La vocazione al discepolato è, quindi, un dono che ha esigenze non facili, è uno sradicarsi da una situazione accettata, per imbarcarsi in un rischio con Dio.

 

 

 

Dal vangelo secondo Matteo                                                   (4, 12-23)

 

Gesù, avendo saputo che Giovanni era stato arrestato, si ritirò nella Galilea e, lasciata Nazaret, venne ad abitare a Cafàrnao presso il mare, nel territorio di Zabulon e di Neftali, perché si adempisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta Isaìa: “Il paese di Zabulon e il paese di Neftali sulla via del mare, al di là del Giordano, Galilea delle genti; il popolo immerso nelle tenebre ha visto una grande luce; su quelli che dimoravano in terra e ombra di morte una luce si è levata”.

Da allora Gesù cominciò a predicare e a dire: “Convertitevi perché il regno dei cieli è vicino”.

Mentre camminava lungo il mare di Galilea vide due fratelli, Simone, chiamato Pietro, e Andrea suo fratello, che gettavano la rete in mare, poiché erano pescatori. E disse loro: “Seguitemi, vi farò pescatori di uomini”. Ed essi subito, lasciate le reti, lo seguirono.

Andando oltre, vide altri due fratelli, Giacomo di Zebedèo e Giovanni suo fratello, che nella barca insieme con Zebedèo, loro padre, riassettavano le reti, e li chiamò. Ed essi subito, lasciata la barca e il padre, lo seguirono.

Gesù percorreva tutta la Galilea, insegnando nelle loro sinagòghe e predicando la buona novella del regno e curando ogni sorta di malattie e di infermità nel popolo.    ~    Parola del Signore.

 


 

 

 

Istituto    Veritatis    Mater

 

 

 

 

 

 

 

Supplemento al Periodico:

Sentinelle del Mattino

Gennaio 2014

Registrato dal Tribunale di Milano in data 11 Settembre 2000, N° 592

Tipografia Bine Editore srl Via Galvani 40/p Cologno Monzese

Direttore Responsabile: Raffaele Paolo Coluccia

©         I commenti alle letture sono tratti da “Messale quotidiano”, Ed. San Paolo, 1994.

Tutti i diritti relativi alle immagini ed alle fotografie sono riservati.

 

 

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